La nascita del primo nucleo abitativo può essere fatta risalire
intorno al 1300 d.C.: all'epoca delle scorrerie dei famigerati Turchi le nostre
coste erano meta continua di incursioni da parte dei Saraceni che distruggevano
e saccheggiavano tutto ciò che apparteneva agli infedeli (considerazioni che
avevano dei non appartenenti alla religione Musulmana); per questo gli abitanti
(generalmente agricoltori e pastori) dapprima isolati cominciarono a riunirsi in
gruppi dando vita alle prime piccole comunità, preferendo insediarsi in
fortificazioni (le famose masserie provviste di alte mura) nell'entroterra a
debita distanza dal mare.
Un gruppo di monaci d'origine greca dell'ordine di San Basilio,
per ovviare a questi ripetuti attacchi, s'insediò ed edificò un tempio dedicato
alla madre di Dio nei pressi dell'attuale Cimitero - zona detta allora
"Talassano" (termine greco indicante una zona paludosa vicina al mare) che
anticamente tramite la Salina Grande era collegata al Mar Piccolo.
Intorno a questo insediamento sorsero le prime case, dando vita ad un piccolo
villaggio (verso il 1400 si contavano più di duecento abitanti) che prese il
nome dalla zona e cioè Talsano, poi trasformato dal dialetto "Tazzano".
Il primo nucleo abitativo nacque intorno a questa badia di campagna a Santa Maria
di Costantinopoli e questa chiesetta accoglie il fedele già da lontano col suo
campanile "a vela", a muro traforato, con le campane ben visibili e svettante al
di sopra degli alberi che la circondano.
Una costruzione delle più semplici che sembra eccessivamente grandiosa per il tempo
e la località in cui era sorta. Così, appare improvvisa e importante per l'epoca
la grande badia ampliata nel 1340 da Roberto, figlio di Filippo, principe di
Taranto, in favore dei Padri Basiliani sfuggiti ai Turchi.
Diventa parrocchia con bolla di Monsignor Capocelatro nel 1786.
All'esterno, le pietre corrose e patinate dal tempo hanno un grande fascino, che
non sempre è stato apprezzato, tanto è vero che fino alla fine del secolo
diciannovesimo non si esitava a intonacare i muri esterni; talvolta anche quelli
interni venivano ricoperti di calce soprattutto per ragioni igieniche dopo le
pestilenze.
All'interno della chiesa sono presenti capitelli e, di particolare interesse, le
austere figure della Madonna delle Grazie e del Bambino Gesù. La cosa che
colpisce di più è la semplicità della parte più sacra dove si trova l'altare a
muro e il fonte battesimale. La chiesetta fu ampliata e restaurata nel 1845
con una spesa di 1138 ducati per volere dell'allora Re di Napoli Ferdinando II. A testimonianza di ciò troviamo una
lapide all'interno della chiesa.